PERCHE’ UN BLOG

Passione. Da quando ho memoria questa parola è stata il fulcro della mia vita. Quante passioni lungo il mio cammino… Ricordo ancora quando all’università mi innamorai di Marshall McLuhan. Il nostro ‘rapporto’ iniziò nel modo classico: lo detestavo. Caspita, provate a leggere qualche suo tomo e capirete perchè. Non è mica facile seguirlo nelle sue genialate. Ma dopo un inizio travagliato e un po’ di incomprensioni finalmente iniziai a capirlo e fu subito amore. Lo amai talmente tanto da chiedere la tesi di laurea al professore che me l’aveva fatto ‘incontrare’ e l’amore era così profondo che in seguito gli dedicai anche la mia tesi di dottorato. L’amour…
Se non fosse che, ahimè, lasciò questo mondo nel 1980 avrei preso il primo volo per il Canada e mi sarei spudoratamente dichiarata superando anche la mia innata timidezza. E quante domande avrei voluto fargli… Ricordo ancora la mia emozione e il mio entusiasmo quando, giovane dottoranda, andai a presentarmi a Derrick De Kerckhove, collaboratore del mio grande amore per tanti anni, o quando consigliai ad un’amica in visita a Toronto di non perdersi assolutamente l’istituto dedicato a McLuhan. Al suo ritorno, e di fronte alle mie domande, venni liquidata con un “è una catapecchia”. Ebbene sì, però non poteva coglierne il vero valore perchè era emotivo e personale. L’amour…
In seguito a questo grande e incontrastato amore feci altri incontri interessanti anche se, lo confesso, nessuno mi rapì il cuore come Marshall McLuhan (il primo amore non si scorda mai). E così incontrai: Bolter e Grusin, che per la loro teoria a lui si erano ispirati e il mitico Pierre Lévy, il cui concetto di intelligenza collettiva mi ha talmente affascinata che ho seriamente pensato di andarlo a trovare in Francia. A questo punto vi domanderete perchè vi racconto tutto questo, giusto? Cosa c’entra con il titolo di questo post? Ora vi spiego.

Tanti anni fa ho aperto un posticino per incanalare una passione (i viaggi) scegliendo un luogo perfetto perchè emblematico della mia filosofia: il Web, un mosaico collettivo a cui ciascun utente può contribuire con un tassello. Il mio sito era un tassello, una piccola tessera di un grandissimo mosaico che promuoveva l’intelligenza collettiva, le buone pratiche condivise con tutti, i consigli spassionati liberi da pressioni economiche e da ottiche di profitto. Poi quel sito è rimasto congelato per tanti anni perchè mi stavo beando della mia più grande passione (i miei figli). In seguito, pungolata da molti amici e mossa dal desiderio di ‘contaminare’ altri genitori spingendoli a viaggiare coi propri bambini (ecco perchè ho scritto questo), ho deciso di riprendere tutto in mano e di affiancare al vecchio sito un blog: un angolo per le riflessioni, per il confronto, per le discussioni, per i brainstorming, un angolo che promuovesse e favorisse il dialogo. Perchè, come diceva il mio grande amore, Io non spiego, esploro” e un blog con la sua natura aperta, con la possibilità dei commenti, favorisce e promuove questa esplorazione.

Ieri sera ri-leggevo un libro (Come si fa un blog di Sergio Maistrello) che non ricordavo nemmeno di aver comprato e letto (eppure c’erano i miei appunti a testimoniarlo). Era lì, nella mia libreria, tutto impolverato. Dentro ci ho trovato la mia filosofia e voglio riportarla così com’è perchè io non avrei saputo esprimerla con parole migliori di queste.

I blog sono [...] un sistema ricco: i partecipanti non competono per guadagnare attenzione, bene scarso per eccellenza, ma al contrario trasferiscono in continuazione attenzione verso altri nodi, moltiplicandola all’interno di un circolo virtuoso.
[...] Il blog è un nodo in un sistema di lettura, sposta l’attenzione (e il lettore) su altri blog invece di cercare di trattenerlo sulle sue pagine. [...] Se un blogger legge un post interessante in un altro blog, lo cita linkando la fonte e indirizzando il visitatore verso nuovi lidi. Questa scelta, che in un sistema competitivo sarebbe un suicidio, nel sistema Weblog è prassi.

In questo modo ci guadagnano tutti:
l’autore del post perchè riceve nuova attenzione,
l’autore della citazione perchè ha fornito un input qualitativo al suo lettore e
il lettore stesso, perchè vede incrementate le probabilità di incontrare contenuti interessanti.”

Così, nel mio sito e ora anche nel blog, troverete pagine come “Organizzare un viaggio spendendo poco” in cui i rimandi ad altri siti sono numerosi proprio per favorire questi virtuosismi che giovano a tutti, anche alla sottoscritta.


VIVA LA COLLABORAZIONE e L’INTELLIGENZA COLLETTIVA

Da dottoranda ho avuto il grande privilegio di poter trascorrere intere giornate immersa nelle meraviglie della Biblioteca Nazionale di Roma e lì ho approfondito temi che in Rete non emergevano. Quale miglior luogo allora per rendere queste informazioni, questo patrimonio e questa ricchezza personale, accessibili a tutti se non i sistemi wiki? Non sapete cosa sono? Sono dei programmi nati per favorire lo sviluppo di progetti collaborativi nella Rete che si trovano, ad esempio, all’interno di Wikipedia, un’enciclopedia online accessibile liberamente che viene arricchita dagli stessi utenti, i Wikipediani. Questo software permette l’elaborazione a distanza di documenti per la pubblicazione online e si è rapidamente affermato su Internet. Ma la vera bellezza di simili iniziative è che ambienti come questo facilitano la collaborazione di persone che non possono essere nello stesso posto nello stesso momento e rappresentano un caso emblematico di co-costruzione della conoscenza. Nata come enciclopedia libera – è gratuita, aperta e viene arricchita dagli stessi utenti (anonimi volontari del Web che ogni giorno aggiungono nuove voci, le aggiornano o le cambiano. Io sono fra questi) – oggi sta contribuendo ad alimentare il dibattito sull’affidabilità e la scientificità delle informazioni che si trovano in Rete.
Una ricerca effettuata dalla rivista scientifica “Nature” ha messo a confronto Wikipedia con l’Encyclopaedia Britannica. I risultati sono stati pubblicati nel dicembre 2005 ed è emerso che le due enciclopedie hanno un’autorevolezza e una precisione del tutto comparabili. Com’era prevedibile questi dati hanno scatenato discussioni e polemiche.
Esistono ricerche che attesterebbero come Wikipedia abbia raggiunto un notevole grado di affidabilità giovandosi di un processo quasi darwiniano di evoluzione selettiva delle informazioni. Secondo un rapporto riservato (commissionato da Ibm) un’eventuale informazione erronea inserita nell’enciclopedia da un ipotetico teppista telematico dovrebbe avere vita molto breve (non più di una manciata di secondi) prima che la voce in questione sia nuovamente corretta da persone ‘esperte’ e addirittura migliorata rispetto alla sua versione di partenza.
Perchè vi dico tutto questo? Per farvi capire che questo è il Web che amo, il Web di cui ho sempre fatto parte e in cui ho sempre avuto un ruolo attivo. È il Web delle intelligenze collettive, degli opensource, dei sistemi wiki che ho sempre promosso (come persona e come ricercatrice) e che mi sono sempre adoperata per arricchire. Il mio sito, mooolto più modesto, è nato proprio con questa stessa filosofia, una filosofia che Pierre Lévy (in L’intelligenza collettiva, Feltrinelli, 1996), descrive così:

“Se ci impegnassimo sulla strada dell’intelligenza collettiva, inventeremmo progressivamente le tecniche, i sistemi di segni, le forme di organizzazione sociale e di regolazione che ci permetterebbero di pensare insieme, di concentrare le nostre forze intellettuali e spirituali, di moltiplicare le nostre immaginazioni e le nostre esperienze, di negoziare in tempo reale e a ogni livello le soluzioni pratiche ai problemi complessi che dovremo affrontare.”


CONTENUTI vs OTTICHE SEO

Ieri mi è capitato di leggere un’intervista in cui viene fatta un’analisi della blogosfera citando una fetta anomala di essa, una fetta cioè che privilegia la tecnica (fatta di SEO, Page Ranke, Google Panda, etc.) a discapito della qualità dei contenuti e della condivisione altruistica che è la motivazione per cui è nato il Web, prima, e il blog, poi. È davvero un peccato. Cito sempre Maistrello che, nel 2004, analizzando il fenomeno dei blog ne parlava come di una nuova democrazia emergente:

“I blogger condividono esperienze [...] non solo per raccontare le proprie impressioni, ma anche perchè possano essere utili a quanti hanno imparato a fidarsi del loro giudizio. È un punto di vista personale e necessariamente parziale, ma ha il pregio di essere indipendente rispetto alle pressioni del mercato: è per questo motivo che ogni conflitto di interesse andrebbe dichiarato apertamente.”

In questa nuova democrazia tutti i blogger hanno le stesse opportunità di essere visibili ma non tutti hanno gli stessi mezzi (leciti, di quelli illeciti non mi voglio occupare) per raggiungere lo scopo (ci sono autori che si esprimono meglio di altri, persone la cui vita personale o professionale fornisce materiale appetibile,…) ma, come sottolinea questo giornalista, il nodo cruciale della questione è il valore dei contenuti rilasciati. In una struttura sociale come quella dei blog che non ha nè centri nè periferie (affascinante, no?) lui immagina le relazioni tra blog come grappoli (cluster). Ecco, io mi sento un piccolo e insignificante acino di quel grappolo, un piccolo nodo della Rete, e, se la mia esperienza (con tutte le mie buone pratiche ma anche i miei errori) può essere di utilità a qualcuno o può favorire un confronto costruttivo o indurre a delle riflessioni (mie e vostre), io mi sento felice. Se incappo in un post o in un articolo molto bello o che mi ha fatto riflettere lo segnalo volentieri e lo metto in evidenza nel mio sito, nel mio blog, nella mia pagina Facebook. Perchè, e ancora una volta uso le parole di Maistrello, “quel che vale e che riscuote interesse passa di sito in sito, traboccando in tempi molto rapidi dalle profondità del Web fino ai siti che ne possono dare risalto di fronte a platee sempre più vaste. La peculiarità rispetto ad altri mezzi di comunicazione è che in questo caso i passaggi sono riconosciuti e tracciati con collegamenti ipertestuali ai siti che hanno rilasciato in origine le informazioni, in un gioco di attribuzione esplicita dei meriti e delle responsabilità.”


IL BLOG è UN DONO DI CONOSCENZA, UN DONO GRATUITO, UN VIAGGIO

Antonio Sofi, giornalista, descrive il blog come un’evoluzione di Internet, un fenomeno che trova profonde radici nella filosofia di libertà collaborativa che ha innervato la nascita di Internet. In questo senso, lui dice, i blog sono una specie di ritorno alle origini quando tutti coloro che vivevano la Rete contribuivano concretamente a costruirla. Sofi ci fa notare una cosa bellissima (ed io non potrei essere più d’accordo visto ciò che scrissi nel 2008 a proposito del nostro sito):

“Ogni blog è una specie di regalo, un dono di conoscenza, un dono gratuito ma non spassionato perchè è un dono che una persona fa ad altre persone che lo leggono ma potrebbero anche non leggerlo, qualora questo dono non avesse alcun valore aggiunto. Il valore aggiunto di un punto di vista. Ogni blog è un trasferimento di conoscenza con aspettativa di rientro. A buon rendere, diciamo.
Ma un blog non è solo un dono fatto agli altri. È anche un impegno preso con se stessi. È qualcosa che rimane, anche a distanza di anni. Una memoria digitale [...] e probabilmente quando rileggerai quello che hai scritto quando hai iniziato, ti sorprenderai. Quello che dicevi e pensavi, e quello che dici e pensi: un filo rosso che costruisce pubblicamente, sotto gli occhi degli altri, una parte della tua identità. Il blog è dunque anche una promessa. Di qualcosa che cambia, che scorre, che viaggia.
Che viaggia, appunto. Il blog forse non è altro che un biglietto con destinazione sconosciuta. [...] Qualunque siano i tuoi progetti, un blog è come un biglietto da viaggio. Ossia una opportunità.”

È questo il bello del blog, la sua vera essenza. In un blog c’è “una persona che scrive quello che vede e vive, con ironia e umanità, senza particolari obblighi, restrizioni o censure. Liberamente direi [...]“.

Il blog sei TU MENTRE VIAGGI.


LE LUSINGHE DELLA BLOGOSFERA

Bisogna stare attenti alle lusinghe della blogosfera perchè l’ebbrezza della popolarità (misurata con gli appositi strumenti statistici), che potrebbe far diventare ciascuno di noi una “blogstar”, può far montare un po’ la testa e perdere il punto di vista iniziale portandoci a snaturare la vera bellezza del Blog e del Web. È importante tener sempre presente che questa popolarità ha in sè anche delle responsabilità e dovrebbe renderci tutti consapevoli del valore delle nostre parole e di che cosa significhi entrare a far parte di una comunità di persone aperte al dialogo.

Non scordiamoci mai che la parola blog nasce dall’unione e dalla contrazione di web e log. Log è il termine inglese che identifica i registri in cui sono annotati gli eventi, il “diario di bordo“, una definizione coerente con la metafora della navigazione utilizzata per la Rete. Il blog nasce quindi come un diario personale, intimo e segreto, ma spesso diventa anche uno spazio di aggregazione per condividere scoperte, riflessioni, buone pratiche,… tutto rispettando un’ottica di condivisione e mutuo scambio. Non è questa la vera bellezza del blog? Cerchiamo allora di non snaturarlo troppo, di non farne un luogo di esclusività, di non farci sedurre da proposte non in linea con questa filosofia, di non pensare solo ed esclusivamente al ranking di Google penalizzando così i nostri contenuti oppure, se lo facciamo, cerchiamo di essere chiari con coloro che ci seguono e ci leggono. Il rispetto reciproco e la comunicazione chiara degli intenti sono importanti. Questa è una rete di persone e come tale va gestita e rispettata. Non ce lo scordiamo mai anzi, ricordiamocelo a vicenda se qualcuno deraglia.
Quando si incappa in un sito di un’agenzia di viaggi o di vendita on line l’obiettivo è chiaro ed è implicito che non tutti i consigli che ci vengono dati possano essere scevri da interessi, quando invece ci troviamo di fronte ad un blog, un diario personale a metà tra sito amatoriale e forum di discussione, ci aspettiamo, proprio per queste sue caratteristiche intrinseche, consigli spassionati (giusti o sbagliati che siano), chiarezza, passione, condivisione altruistica. Se così non dovesse essere sarebbe doveroso farlo presente, per correttezza verso coloro che ci leggono o a cui si chiede la collaborazione per il bene collettivo.

Tim Berners Lee, inventore del World Wide Web, ha detto:
Ho immaginato lo spazio dell’informazione
come qualcosa a cui ognuno ha immediato e intuitivo accesso,
e non solo per guardare, ma per creare.

Allora cerchiamo di creare qualcosa di bello che metta in campo l’intelligenza e l’esperienza collettiva e connettiva. Che ne dite? Io ci voglio provare. Magari non mi riuscirà bene e spesso non sarete d’accordo con me e spero che ne parleremo, ci rifletteremo insieme, offrendoci reciprocamente nuovi spunti e nuovi occhi per guardare le cose.

Dimenticavo! Siate indulgenti :). Qui è tutto home made: dalla realizzazione del sito a quella del blog, alla loro gestione personale e appassionata, all’organizzazione dei viaggi fai da te fino ad arrivare alle attività che faccio con e per i miei bambini e di cui vorrei parlarvi. Esteticamente la mia casa virtuale non è bellissima ma ho dato la precedenza ai contenuti e su quelli, vi garantisco, mi spendo moltissimo. In effetti questa essenzialità e spartanità del sito e del blog mi rappresenta molto bene perchè io non bado all’apparire ma all’essere. Estetica versus interiorità.
Per aprire il sito (perchè l’ho fatto l’ho spiegato qui) mi sono dovuta improvvisare webmaster e le mie scarse capacità tecniche sono evidenti, visto che non è mai stato il mio lavoro e non sono nemmeno particolarmente portata. Ho un blog ma non chiamatemi blogger e tantomeno travel blogger o family travel blogger anche se adoro viaggiare con la mia famiglia. Oppure fatelo ma pensando a ciò che ho scritto in questa pagina e a quello che amo del Web in generale e dei Blog in particolare. Ma se proprio volete definirmi, consideratemi una libera pensatrice.

Nota: gli spunti per questo post sono nati dalla ri-lettura del libro di Sergio Maistrello, Come si fa un blog (Tecniche Nuove, Milano, 2004), che ho qui largamente citato e che ringrazio pubblicamente per aver così ben interpretato la mia web-filosofia.

5 pensieri su “PERCHE’ UN BLOG

  1. Che bello leggerti, Mara!
    Mi son presa tutto il tempo necessario a soppesare ogni tua parola e non posso che condividere in pieno i tuoi pensieri e le tue riflessioni.
    Io fino a 3 anni fa non sapevo quasi che cos’era un blog e la realtá che ho scoperto con il passare dei mesi è ben diversa da quella originaria, quella descritta nel libro che citi.
    Non nego la delusione nei casi in cui ho scoperto gli scheletrini nell’armadio, ma immagina la gioia -ancor più grande- ogni volta che incappo in blogger veri e sinceri. E ti assicuro che, grazie a Dio, ce ne sono ancora parecchi …
    Solo che non fanno rumore, come la foresta che cresce!
    Felice di averti tra noi: sará sicuramente un bel viaggio …

    • Cara Monica, grazie del tuo passaggio: una traccia nella memoria del mio diario.
      Questo libro io l’ho letto nel 2004 ma, come hai visto, non ricordavo di averlo fatto :). Però i concetti di Web e di Blog erano ben chiari nella mia testa e ho capito solo ora che, con molte persone, parlavo una lingua diversa. Ecco perchè ho spiegato le ragioni che mi hanno portata a scegliere il Blog (diario personale) e cosa significa la Rete per me, come l’ho sempre vissuta, i modi in cui ne ho fatto parte e i luoghi che amo frequentare che sono quelli degli opensource, dei wiki, delle intelligenze collettive,…
      Questo articolo non è e non vuole essere un atto di accusa ma la cronistoria del Web e del Blog, della loro vera natura e di quello che davvero amo di essi. Molti non l’hanno seguito fin dalle sue origini e non ne hanno studiato (sociologicamente) la nascita ma io ho avuto questo privilegio ed è stata subito un’altra passione. Ma al di là del saputo o del non saputo io credo che nel mondo virtuale valgano sempre le stesse, care, regole che valgono nel reale: rispetto reciproco, chiarezza di intenti, correttezza,…
      Ora Monica avrai anche capito perchè sono rimasta basita di fronte a certe regole della SEO che ho recentemente scoperto e che, come ti dicevo, snaturano il vero spirito e la vera bellezza del Blog e le ragioni per cui è nato il World Wide Web. Ci sarà una ragione se si chiama così, no? :)

  2. eccoci, avevo bisogno di calma x leggerti…. Mara sei STREPITOSA! questo tuo scritto lo rileggerò spesso…. hai dato un vero senso al tuo modo di intendere la rete e gli strumenti da essa offerti. Non posso che condividerti completamente. Grazie x aver così approfonditamente affrontato l’argomento :)
    Se mai avrò di nuovo la voglia di creare un blog… cercherò di tenere ben a mente quello che conta sul serio!

  3. Cara Mara, sono contenta che hai deciso di aprire questo blog. Sono sicura che sarà davvero un luogo di confronto e scambio di conoscenze. Ti conosco da poco, ma una cosa del tuo carattere mi è già chiara: che metti passione in tutto quello in cui credi. Ed è una cosa bellissima!
    Un abbraccio

  4. Grazie per le vostre parole e per la pazienza nel leggerlo tutto :).
    Un abbraccio ad entrambe e vi aspetto per confronti appassionati e costruttivi.

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